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La fortuna del nudo accompagna la storia della fotografia sin dalle sue origini, quando alla scelta della nudità per scopi scientifici si affianca una produzione clandestina legata a tematiche erotiche e alimentata dall'estetismo fin de siècle. Con le avanguardie, il nudo inaugura la sperimentazione nella fotografia, tornando nella stagione successiva a incarnare una presunta bellezza ideale. Dopo la Seconda guerra mondiale, il nudo fotografico sale nuovamente alla ribalta con il neorealismo e dilaga poi nell'universo pop finché, con l'avvento del '68, si fa veicolo della rivolta giovanile. Dagli anni '80 i fotografi cominciano a produrre immagini forbite, con esiti di un inedito classicismo, mentre le nuove generazioni sviluppano parallelamente un approccio analitico, aprendo il dibattito sullo status della fotografia. Le protagoniste sono spesso donne, fotografe che intendono demistificare l'idea di "capolavoro" e di "maestro", sottoponendo agli strumenti della critica il concetto di genere e l'idea di nudo come mito, fino agli attuali esiti homemade della riproduzione digitale.